La Vitamina C, o acido L-ascorbico, è essenziale per il nostro organismo, ma come ogni sostanza, anche essa può diventare nociva se assunta in dosi eccessive.
Questo articolo esplora gli effetti collaterali e le controindicazioni legate al sovradosaggio di questa importante vitamina.
L’assorbimento della vitamina C varia in base alla quantità ingerita. A dosi moderate (200 mg), l’organismo è in grado di assorbire fino al 98% della vitamina. Tuttavia, con l’aumentare delle dosi, l’efficienza dell’assorbimento diminuisce sensibilmente. Ad esempio, da 1,25 grammi di vitamina C assunta, solo circa il 33% viene effettivamente assimilato dall’organismo.
Questo fenomeno suggerisce che non vi è un reale beneficio nel superare i 2 grammi giornalieri raccomandati dal food & nutrition board per individui sani.
Tra le principali controindicazioni legate all’eccessivo consumo di vitamina C figurano i rischi associati alla formazione di calcoli renali e all’emocromatosi. La supplementazione massiva può infatti aumentare del 20-60% l’escrezione urinaria degli ossalati – un fattore chiave nella formazione dei calcoli renali – rendendo pertanto sconsigliabile tale pratica a chi già predisposto a tale condizione. Inoltre, la capacità della vitamina C di incrementare l’assorbimento del ferro alimentare può risultare dannosa per soggetti affetti da emocromatosi o disturbi correlati al sovraccarico ferroso.
Gli effetti collaterali più comuni legati all’eccessivo apporto di vitamina C sono principalmente gastrointestinali. L’acido ascorbico puro può causare disturbi gastrici come acidità e gastrite a causa della sua natura acida e del suo gusto amarognolo poco gradito da molti. Di conseguenza, si tende spesso a preferire forme salificate della vitamina (ascorbatodi calcio, sodio o potassio) che possono essere più tollerabili dallo stomaco ma che introducono ulteriori considerazioni relative agli effetti dei minerali associati.
Un altro aspetto meno noto ma significativo dell’elevato consumo di vitamina C riguarda la sua capacità di interferire con le analisi delle urine. Livelli elevati possono infatti falsificare i risultati relativamente alla presenza nel corpo di glucosio, sangue ed altri importantissimi indicatori sanitari nelle urine; ciò potrebbe portare ad una diagnosi errata o ritardata delle condizioni mediche sottostanti.
In conclusione, mentre la ricerca continua a supportare i benefici dell’integrazione moderata con vitamina C nell’alimentazione quotidiana per il mantenimento della salute generale e la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili (NCDs), è fondamentale rimanere informati sui potenziali rischi associati alle megadosi e adottare un approccio equilibrato ed informato verso il suo consumo.
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