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Se hai una di queste diffuse malattie vai in pensione 11 o 6 anni prima, svolta INPS

Sapevi che se hai una di queste malattie puoi andare in pensione molto prima del previsto? Ecco tutte le informazioni al riguardo.

L’ottenimento della pensione di vecchiaia rappresenta un traguardo fondamentale per ogni lavoratore. In Italia, attualmente, l’età richiesta per accedere a tale beneficio è di 67 anni, con almeno 20 anni di contributi versati. Tuttavia, per alcune categorie di cittadini esistono delle agevolazioni che permettono di lasciare il lavoro fino a 11 anni prima.

Le persone con alcuni tipi di malattie possono andare in pensione anticipatamente – Senzafrontiereonlus.it

Come abbiamo detto, in generale, per accedere alla pensione di vecchiaia in Italia sono richiesti: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Ma il decreto legislativo 503 del 1992 prevede che le persone affette da malattie croniche invalidanti possano beneficiare della prestare in anticipo, a determinate condizioni. Chi ha un’invalidità non inferiore all’80%, può andare in pensione a 61 anni di età nel caso degli uomini e 56 anni per le donne. Ma quali sono le malattie in questione e qual è l’iter per il loro riconoscimento e l’ottenimento della pensione anticipata?

Quali sono le malattie riconosciute dall’INPS

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) elenca una serie di malattie croniche invalidanti che possono dare diritto a questa agevolazione. Vediamo quali sono nella lista qui sotto.

Esistono diversi casi in cui è possibile accedere alla pensione prima, se vengono rispettati determinati requisiti – Senzafrontiereonlus.it
  • Per l’apparato cardiocircolatorio: aritmie, cardiopatie, disfunzioni cardiache.
  • Apparato respiratorio: broncopneumopatie, interstiziopatie, trapianti di polmoni.
  • Apparato digerente: stenosi, cirrosi, trapianti, infiammazioni intestinali croniche.
  • Apparato urinario: insufficienza renale cronica, trapianti di reni.
  • Apparato endocrino: diabete mellito, insufficienza corticosurrenale, acromegalie, sindrome di Cushing.
  • Apparato osteoarticolare: amputazioni complete o parziali, perdita delle mani.
  • Apparato neurologico: sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, epilessia, emiplegia, malattie psichiche (disturbo amnesico, schizofrenia, depressione, ritardi mentali, disturbi del comportamento).
  • Apparato uditivo: completa o parziale sordità.
  • Apparato visivo: ipovisione, cecità parziale o completa.
  • Sindrome di Down.
  • Sindrome di Patau.
  • Patologie congenite ematologiche, neoplastiche e reumatiche rare.
  • Sindrome di Edwards.
  • Fibrosi cistica.
  • AIDS.
  • Talassemia.
  • Artrite reumatoide.
  • Cancro.
L’INPS indica quali sono le malattie invalidanti che permetto di anticipare la pensione – Senzafrontiereonlus.it

Per poter usufruire delle agevolazioni pensionistiche, non basta il riconoscimento della malattia cronica come invalidante all’80%. È necessaria un’ulteriore valutazione da parte di una commissione apposita, che deve accertare l’invalidità specifica rispetto alla professione svolta. Questo significa che la patologia deve impedire lo svolgimento della maggior parte delle mansioni previste dal proprio impiego. Se invece non comporta una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80%, ma comunque almeno il 74%, esistono altre agevolazioni:

  • APE Sociale. Chi ha un’invalidità almeno al 74% e ha maturato almeno 30 anni di contributi può smettere di lavorare all’età di 63 anni e 5 mesi, percependo un’indennità sostitutiva erogata dallo Stato fino al raggiungimento dell’età pensionabile.
  • Pensione con 41 anni di contributi: Con un’invalidità del 74% e 41 anni di contributi, è possibile smettere di lavorare a qualsiasi età. Almeno 12 mesi di contributi devono essere stati versati entro il compimento dei 19 anni di età, e almeno un contributo settimanale deve far riferimento ad un periodo antecedente al 1 gennaio 1996.

Con una capacità lavorativa ridotta di 1/3 (67% di invalidità), spetta l’assegno ordinario di invalidità a chi ha una contribuzione non inferiore a 5 anni, di cui almeno tre anni devono essere accreditati nell’ultimo quinquennio. Mentre la pensione di inabilità va a chi ha un’invalidità al 100% e soddisfa i suddetti requisiti contributivi. Infine, con un’invalidità di almeno il 74% e uno stato di bisogno economico, insieme ad un ISEE inferiore a 5.725,46 euro, è prevista una misura assistenziale di 333,33 euro mensili. Per chi ha un’invalidità al 100%, la cosiddetta pensione di invalidità civile spetta nella stessa misura, ma il limite di reddito si alza a 19.461,12 euro.

Antonetta Del Prete

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