Con l’avvicinarsi della scadenza per la dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate ha lanciato un nuovo allarme rivolto a tutti i cittadini sulle truffe svuota conto.
L’11 luglio, l’ente ha diffuso un avviso urgente per mettere in guardia contro una serie di tentativi di phishing mirati a truffare i contribuenti attraverso false promesse di rimborsi fiscali.
Questa nuova ondata di frodi arriva in un momento particolarmente delicato, con moltissimi italiani in attesa del rimborso del 730.
Di fronte a questa minaccia crescente, l’Agenzia delle Entrate ribadisce che non richiede mai ai cittadini dati personali o bancari via email per erogare rimborsi fiscali; questi ultimi vengono infatti accreditati automaticamente sull’Iban fornito dal contribuente o tramite bonifico domiciliato presso le Poste Italiane senza alcuna azione richiesta al cittadino stesso.
L’agenzia consiglia vivamente ai contribuenti di consultare la sezione “Focus sul phishing” sul proprio sito ufficiale per apprendere come proteggersi da questi attacchi e ricorda che è fondamentale non cliccare su link sospetti né fornire informazioni personali in risposta a queste email fraudolente.
In conclusione, mentre gli autori dei tentativi di phishing diventano sempre più sofisticati nelle loro tecniche, conoscere le tattiche utilizzate e seguire le raccomandazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate sono passaggi cruciali per proteggere se stessi dalle truffe online.
Le email fraudolente si presentano con caratteristiche ben precise che dovrebbero immediatamente insospettire i destinatari. Innanzitutto, il mittente appare come estraneo all’Agenzia delle Entrate (per esempio, utilizzando indirizzi come agenzia@agenzia.net), e l‘oggetto del messaggio fa riferimento a un “Rimborso fiscale” seguito da una serie di numeri casuali.
Il contenuto dell’email parla di un rimborso fiscale non specificato e invita il destinatario a compilare un modulo tramite un link che porta a una pagina web contraffatta, assomigliante a quella ufficiale dell’Agenzia delle Entrate ma controllata da hacker.
Uno degli aspetti più evidenti che dovrebbe allarmare i destinatari è la presenza nel testo dell’email di numerosi errori grammaticali e tipografici, inclusa la strana apparizione del carattere à al posto delle lettere accentate italiane.
Inoltre, il messaggio trasmette un senso generale di urgenza per spingere la vittima ad agire rapidamente senza riflettere. È importante notare che queste comunicazioni possono arrivare anche sulla posta elettronica certificata (PEC), rendendo il tentativo di inganno ancora più sofisticato.
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