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Arriva la pensione super-anticipata: basta chiedere al datore di lavoro, rivoluzione INPS

Esiste un vantaggioso strumento che consente di andare in pensione con molti anni di anticipo e senza costi aggiuntivi. Di cosa si tratta?

La Legge di Bilancio 2024 ha reintrodotto una misura che era stata già utilizzata dal 2019 al 2021, per consentire ad alcune categorie di lavoratori di rimediare a eventuali “buchi contributivi“, cioè periodi in cui non sono stati versati i contributi.

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Si possono riscattare gli anni scoperti da contribuzione – senzafrontiereonlus.it

Tale strumento è molto conveniente sia ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno spettante sia per la maturazione dei requisiti per accedere alla pensione anticipata. Comporta dei costi per i richiedenti, che, però, possono essere coperti in maniera totale dal datore di lavoro.

La condizione essenziale per usufruire dell’agevolazione è che i periodi da colmare siano realmente privi di ogni forma di contribuzione e non siano semplicemente periodi durante i quali è stata svolta attività lavorativa ma il datore abbia omesso l’accredito dei versamenti previdenziali. Ma di quale misura stiamo parlando e come si richiede? Scopriamone tutti i dettagli.

Pensione anticipata e assegno più ricco: quali lavoratori possono beneficiare di tali vantaggi?

Per il biennio 2024-2025, il Governo ha deciso di sperimentare nuovamente la cd. pace contributiva. Come abbiamo anticipato, tale misura consente di riscattare i periodi senza contribuzione, fino a un massimo di 5 anni, a coloro che hanno iniziato a lavorare e ad accreditare versamenti contributivi a partire dal 1° gennaio 1996.

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Con la pace contributiva si può andare in pensione in anticipo – senzafrontiereonlus.it

La pace contributiva permette di sanare i buchi contributivi riscontrati tra l’anno del primo accredito e quello dell’ultimo, a condizione che non siano successivi al 31 dicembre 2023. Si tratta, tuttavia, di uno strumento che ha un costo per il lavoratore, determinato applicando l’aliquota contributiva del Fondo di appartenenza alla base imponibile lorda degli ultimi 12 mesi. Le aliquote non sono uguali per tutti i lavoratori; ad esempio quella del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) è pari al 33%, mentre quella per la Gestione Separata INPS al 27,5%.

La somma dovuta per il riscatto può essere versata in un’unica soluzione oppure in maniera dilazionata, in un massimo di 120 rate mensili. Tale importo, inoltre, può essere detratto con la Dichiarazione dei Redditi, in 10 anni.
In alcuni casi, il datore di lavoro potrebbe decidere di farsi carico del costo della pace contributiva, pagando l’intero ammontare. Tale strumento, ad esempio, potrebbe essere riconosciuto sotto forma di bonus aggiuntivo ai dipendenti dalle aziende.

Gli anni riscattati possono essere utilizzati sia per il raggiungimento del diritto alla pensione sia per il calcolo dell’assegno; di conseguenza, il lavoratore interessato avrà l’opportunità di andare in pensione prima e di percepire una cifra più elevata.

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