CURIOSITÀ

WhatsApp, email e SMS nuova sentenza della Cassazione: che valore legale hanno in Tribunale

La Corte di Cassazione ha definitivamente chiarito il valore legale delle comunicazioni tramite WhatsApp, email e SMS, stabilendo che questi mezzi hanno pieno valore probatorio in sede di giudizio.

Questa decisione segna un importante passo avanti nell’adeguamento del diritto alle nuove tecnologie, riconoscendo ufficialmente che non esiste alcuna distinzione tra messaggi di testo, vocali, immagini e registrazioni per quanto riguarda la loro idoneità come prove.

I supporti elettronici offrono vantaggi significativi in termini di sicurezza e affidabilità delle prove.

Rispetto ai mezzi più tradizionali, contestare la veridicità dei materiali conservati su dispositivi digitali risulta più complesso.

Ciò è dovuto alla difficoltà nel manipolare o alterare le informazioni senza lasciare tracce evidenti.

WhatsApp, SMS ed Email: Il Loro Valore Legale

Un aspetto particolarmente interessante è la conferma da parte della Cassazione della piena legittimità dei licenziamenti effettuati attraverso WhatsApp. Per essere validi, questi licenziamenti devono essere supportati da elementi che attestino l’avvenuta consegna del messaggio al destinatario. La semplice spunta blu non è considerata sufficiente; ciò che conta sono le azioni conclusive del lavoratore che dimostrano la ricezione.

Il valore legale delle comunicazioni (SenzaFrontiereOnlus.it)

Da quando la Corte di Cassazione ha riconosciuto ufficialmente il valore probatorio delle comunicazioni digitali (sentenza n. 49016 del 2017), l’utilizzo di WhatsApp, email e SMS come prove legali si è notevolmente amplificato. Queste forme di comunicazione sono diventate strumentali soprattutto nelle cause legate al diritto di famiglia, per esempio per dimostrare infedeltà coniugali.

La regolamentazione sulle prove documentali prevista dall’articolo 234 del Codice di procedura penale si applica anche a queste forme moderne di comunicazione. Se viene fornito il dispositivo fisico contenente i messaggi incriminati (come uno smartphone o un computer), questo viene acquisito nel processo come prova documentale.

Gli screenshot possono essere utilizzati come prova ma sono soggetti a una più facile contestazione rispetto alle conversazioni direttamente estratte dai dispositivi. Un’altra modalità accettata consiste nel far testimoniare una terza persona che abbia letto i messaggi incriminati sotto giuramento.

Anche le trascrizioni delle conversazioni contenute nelle chat WhatsApp possono avere piena validità in giudizio; tuttavia, se contestate dalla controparte può essere necessaria una verifica tecnica per confermarne l’autenticità.

Matteo Fantozzi

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